Divisi in due. Tra la voglia di proteggersi e quella di tornare nel mondo. Desiderando cene intime, ma anche sognando di andare a ballare. Anelando il passato e allo stesso tempo il ritorno al futuro. In un tempo ancora sospeso tra quello che siamo e quello che eravamo, la moda di questo autunno inverno 21/22 ci racconta così… a due velocità, con cappotti trapuntati che sembrano corazze e scarpe rosse fuoco che ricordano i luccicanti anni 2000, quando il mondo sembrava ai nostri piedi.
Main stage per la pelle all- over: cappotti, giacche, gonne, pantaloni. Meglio se eco ma di qualità altissima. Da abbinare con maglioni oversize in colori accesi e densi.
La maglieria è un altro importante capitolo di stagione: larga, comodissima e colorata o ipersensuale e stretta come una seconda pelle per abiti e gonne al ginocchio. Mini e Maxi: altro tema di stagione con cui si può declinare qualsiasi capo o accessorio e soprattutto perfetti da mischiare insieme.
La coppia vincente: minigonna e maxi blazer, per mettere in risalto le gambe, vere protagoniste dell’inverno. Agli anni ’90 rubiamo le sovrapposizioni: camice sopra i bustier, pantaloni sotto i miniabiti. All black, in pieno stile nineties, o con sovrapposizioni di stampe e colori.
Ai 2000 prendiamo in prestito i cropped top, da abbinare con gonne e pantaloni con la vita bassissima finalmente tornata; e il denim, protagonista con abiti, camicie e jeans palazzo o boyfriend.
La voglia di viaggiare si può leggere nei cappotti sky mood e oversize, che sembrano portarci verso terre lontane e grandi freddi. Quella di tornare a essere produttivi e lavorativamente attivi in soprabiti formali e impeccabili e in tailleur che ricordano Sigourney Weaver in Una donna in carriera.
Anche i colori hanno una doppia anima: da una parte vitaminici ed energetici declinano la palette dei gialli (colore dell’anno), fucsia, verde, blu, arancioni… rossi anche per scarpe audacissime e sexy; dall’altra il marrone, the new black, e tutte le sfumature del grigio.
Se parliamo di accessori dobbiamo iniziare dal foulard: dalla testa ai fianchi annodate il più possibile. A bandana, come Jackie a Capri negli anni ’60…. O, meraviglia, come Silvana Mangano in Riso amaro, delicato omaggio alle nostre mondine.
Le borse sono soffici e burrose sulle tracce della Paddle di Bottega Veneta che ha abbandonato il classico intreccio e inventato uno stile. In testa un basco, alla parisienne, e ai piedi Plateau che piacerebbero alla Priscilla del celebre movie o texani autentici e magari un po’ impolverati. Se avete nostalgia di casa, le friulane con pelliccia vanno sempre bene!
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